“Passio Christi Angelus Novus” a Serra Petrullo
A partire dal tramonto del 17 aprile 2019, Mercoledì Santo, nella contrada “Serra Petrullo”, sede della Fondazione “Angelo Cesareo” a pochi chilometri da Ruvo di Puglia, si è svolta la “Passio Christi Angelus Novus”, narrazione in forma di musica inserita in un percorso “di sensi e di spirito”.
L’ovile semidiruto; l’uliveto; il muretto a secco; la pietraia dominata da un angelo costruito dallo stone balancer Max Di Gioia; il casale ottocentesco, sormontato da un tormentato tronco di ulivo dal sembiante di Croce; l’aia con trullo sono stati lo scenario delle sei stazioni in cui le opere di Bach, di Vivaldi, dei Maestri contemporanei e antichi canti lucani di lacerante amore e sofferenza si sono intessute ai passi dell’evangelista Matteo letti da bambini, donne, uomini tra cui migranti.
Un “percorso di sensi e di spirito” si scriveva prima. Chi ha partecipato alla “Passio” è stato gratificato da panorami di semplice bellezza; da profumi selvatici di fiori e resine; dalla sensazione di toccare il tempo sfiorando maniglie, pietre, petali; dalle musiche eseguite daAntonio Cavallo (violoncello); Alfonso Mastrapasqua (violino e viola); Vincenzo Mastropirro (flauti), consulente musicale dell’evento; Antonio Dambrosio (percussioni); Daniela Ippolito (voce e arpa) e da giovanissima flautista Rosalinda Balducci, “angelo bianco” compagno di un percorso tracciato anche dalle piccole fiaccole allestite dagli Scout Agesci, discrete guide in una sera mite e stellata, con una luna piena che illuminava gli ampi spazi della contrada.
Sei stazioni, sei tappe di una «storia di tre giorni che racchiude l’amore e l’odio, la nobiltà d’animo e il tradimento; il pentimento e il perdono» secondo Nicola Cesareo, rappresentante legale della Fondazione.
Una Storia universale, che va oltre il proprio credo religioso per divenire emblema delle umane vicende.
La “Passio” è stata annunciata, nei giorni precedenti, da una sussurrata disseminazione di tracce in alcuni luoghi del centro antico: sei corti “impressionisti” del videomaker Diego Magrone e cartoline a tiratura limitata raffiguranti sei particolari della campagna ruvese. Perché la “Passio” è stata anche racconto del legame – amorevole e tormentato – tra Dio, l’uomo e la Natura. Non è un Cristo che patisce, soffre la bambina vietnamita che fugge dal suo villaggio attaccato con il napalm; creatura indifesa, immortalata in una celeberrima fotografia del 1972 e omaggiata dallo scultore Giovanni Morgese con una statua a Serra Petrullo?
E quel bimbo simbolo di un’umanità a cui è dedicato il progetto della Fondazione, non poteva che essere accolto a Serra Petrullo, luogo che cura l’anima attraverso la condivisione della bellezza e dei saperi.