Mediterraneo senza spettatori
Non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte e incrollabili degli dei. Infatti, queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero.
(”Antigone” di Sofocle)
Un paio di anni fa la Fondazione ”Angelo Cesareo” ha proposto una mostra itinerante di icone di formelle di ulivo su cui i cittadini, soprattutto soggetti marginali, erano stati invitati a raccontare, per immagini, le storie di quei bambini e ragazzi migranti che la storia ha condotto al naufragio nel ”nostro” Mediterraneo. Alcune di quelle icone (nuove, vere icone della nostra epoca) erano accompagnate da haiku, brevi componimenti di origine giapponese, o sostenute da significativi e concisi commenti.
Il titolo che le era stato dato, quasi preconizzando quanto di lì a poco sarebbe accaduto, era MEDITERRANEO SENZA SPETTATORI: NAUFRAGI CON ANGELI. Prima di chiudere i porti, stava già facendo naufragio il nostro sguardo. Il nostro viaggio da Ruvo di Puglia a Riace, accolti dal sindaco Mimmo Lucano; ad Aliano, ospiti del Festival della Paesologia di Franco Arminio, fino ad Assisi, Gubbio, Cortona, sui luoghi e passi di Francesco, era stato accompagnato da un personale diario di bordo.
Pubblicheremo, di volta in volta, alcune di quelle icone, e qualche contestuale haiku in cui quell’angelo del naufragio si descrive. Insieme, qualche frammento del nostro diario di bordo. Nel frattempo ogni cittadino, se vorrà, potrà contribuire a disegnare e a offrire altre icone (e haiku) sul tema. Ci impegneremo, nella loro coerenza, a pubblicarle, anche per un’altra esposizione.